Bitcoin e crypto: CROLLO nella notte per notizie di guerra, poi il recupero. Finito il sogno del porto sicuro?
Pubblicato da Angelo Domeneghini · 19 Aprile 2024
Bitcoin e crypto: CROLLO nella notte per notizie di guerra, poi il recupero. Finito il sogno del porto sicuro?
Bitcoin non è ancora, o non è in questo momento, quell'alternativa all'oro che tutti sognano.
La guerra ha delle conseguenze sulle criptovalute?
Risposta breve: sì.
Risposta elaborata: l’attacco di Israele all’Iran, mentre in Italia tutti o quasi dormivano, ha dimostrato ancora una volta che Bitcoin e criptovalute sono asset percepiti, almeno sul breve periodo, come di rischio (con diverse considerazioni aggiuntive che faremo nel corso di questo approfondimento).
La notizia, perché sempre di notizia si tratta, è che Israele avrebbe lanciato un attacco all’Iran.
La cosa interessante, dall’angolo delle criptovalute, è che Bitcoin è tornato, anche se per un momento relativamente breve, sotto i 60.000$, salvo poi recuperare dopo che i mercati hanno valutato l’attacco come fortemente limitato.
Sì, siamo ancora asset risk on al 100%
Qualche fantasia della trasformazione di Bitcoin in una sorta di porto sicuro anche nei momenti di crisi massima, che si tratti di crisi geopolitica o finanziaria, l’avevamo avuta.
Dopotutto Bitcoin si è comportato relativamente bene il 7 ottobre 2023, all’inizio di questo conflitto, all’inizio di un attacco che faceva già presagire dei lunghi, lunghissimi strascichi, come quelli che stanno affrontando ancora oggi.
Dopotutto, Bitcoin si è comportato bene anche nel momento di crisi maggiore per i mercati nel corso degli ultimi anni, durante il fallimento di Silicon Valley Bank che rischiava di trascinarsi dietro anche USDC di Circle.
I movimenti delle ultime ore, mentre il grosso degli italiani dormiva, smentisce però queste fantasie: non appena si è diffusa la notizia dell’attacco di Israele all’iran, Bitcoin (e il mondo crypto a ruota) ha perso oltre il 5% della sua quotazione nel giro di pochi minuti, toccando i 59.000$ e poi risalendo, con una performance incredibile poi all’apertura delle borse europee.
Discorso opposto per l’oro
Quello che è l’unico porto sicuro sul quale tutti sembrano concordare ha fatto l’esatto opposto.
E si è pertanto comportato da safe haven suprando i 2.400$ per oncia, salvo poi correggere, in modo speculare rispetto ai movimenti di Bitcoin.
Segno che, almeno in questa fase di mercato, Bitcoin è ripiombato nella sua correlazione più con il NASDAQ che con l’oro fisico, che sognerebbe tanto un giorno di sostituire proponendosi come oro digitale.
O meglio, questa è l’etichetta che tanti appassionati hanno provato ad affibbiargli, senza che ovviamente Bitcoin possa decidere per sé.