I dati che arrivano dagli USA preoccupano l'economia e rilanciano Bitcoin e crypto

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I dati che arrivano dagli USA preoccupano l'economia e rilanciano Bitcoin e crypto

Cryptocurrency
Pubblicato da Angelo Domeneghini · 15 Maggio 2024
Bitcoin e crypto VOLANO dopo i PESSIMI DATI USA.

Inflazione secondo aspettative, vendite preoccupano
I dati che arrivano dagli USA preoccupano l'economia e rilanciano Bitcoin e crypto



Dall’inflazione viene fuori un nulla di fatto.
Tutto perfettamente secondo le aspettative, con Bitcoin e crypto però che volano nonostante tutto sia andato secondo i piani.
A pesare è infatti un altro dato arrivato in concomitanza a quello dell’inflazione.
Parliamo delle vendite retail, che non sono cresciute rispetto al mese precedente mentre ci si aspettava una crescita dello 0,4%.

Una situazione che segnala – per quanto il dato andrà comunque letto in prospettiva – un rallentamento dell’economia degli USA, situazione che gioca a favore di chi vuole tagli ai tassi al più presto possibile.

Ed è per ora questa la reazione che è stata fatta registrare da Bitcoin e crypto, con il primo che vola sopra i 63.000$ e che si trascina dietro tutto il settore.



Una situazione interessante, che comanda però ancora cautela durante tutta la sessione USA, dove assisteremo alle reazioni dei mercati di rischio.

Bitcoin e crypto volano sui pessimi dati per l’economia USA
Tutti aspettavamo l’inflazione e invece la sorpresa è arrivata dai dati sulle vendite retail.
Mentre i mercati si aspettavano una crescita comunque modesta, dello 0,4%, i dati diffusi dagli USA hanno riportato uno scioccante 0,00%.
Tutto fermo, segnale che l’economia forte raccontata da Jerome Powell starebbe iniziando a incontrare i primi problemi.

Problemi non indifferenti, se questo è quanto emerge dai consumi.
E tanto poco è bastato ai mercati per andare long e per far schizzare in alto non solo Bitcoin e crypto, ma anche i futures, ancora a mercati chiusi, dei principali indici della borsa USA.

Torna l’appetito per il rischio, principalmente perché si ritiene che i dati arrivati dagli USA segnalino una maggiore possibilità di avere tagli in anticipo rispetto a quanto preventivato.

È una situazione che andrà comunque valutata più avanti, anche in presenza di altri dati.
Il pump, se così vogliamo chiamarlo, è dunque materia per gli aruspici per ora più di chi guarda all’analisi fondamentale.
È vero infatti che i dati che sono arrivati non sono dei migliori per l’economia USA, ma è anche vero che prima della prossima riunione utile del FOMC per i tagli (che non sarà la prossima in ordine cronologico), ci saranno tanti altri dati che potranno informare e indirizzare le prossime scelte di Federal Reserve.



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