ChatGpt è tornata online in Italia, si adegua a norme privacy

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ChatGpt è tornata online in Italia, si adegua a norme privacy

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ChatGpt è tornata online in Italia, si adegua a norme privacy
Un primo segnale era arrivato in settimana quando OpenAI ha concesso a tutti gli utenti mondiali la possibilità di escludere le proprie conversazioni dal training dell'algoritmo



OpenAi – azienda che fa questo famoso chatbot – ha accettato di adempiere alle richieste di rispetto della normativa europea sulla privacy


Le richieste del Garante italiano vanno però molto oltre.
Ad esempio devono esserci in ChatGpt strumenti utili per permettere agli interessati, anche non utenti, di chiedere la rettifica dei dati personali che li riguardano generati in modo inesatto dal servizio o la cancellazione degli stessi, nel caso la rettifica non fosse tecnicamente possibile. OpenAI, inoltre, dovrà consentire agli interessati non utenti di esercitare, in modo semplice e accessibile, il diritto di opposizione rispetto al trattamento dei loro dati personali utilizzati per l'esercizio degli algoritmi e riconoscere analogo diritto agli utenti, qualora individui il legittimo interesse quale base giuridica del trattamento. OpenAi dovrà fare una campagna pubblicitaria perché tutti, anche i non utenti, sappiano di potere essere esclusi dal chatbot.

Un caso esemplare è quello di un sindaco australiano che secondo il chatbot era stato condannato per corruzione; tutto falso, tanto che ha ottenuto che ChatGpt non risponda a chi chiede informazione su di lui.Insomma, se OpenAI non riesce a rettificare questi errori – e può essere difficile o impossibile, dato il funzionamento dell'algoritmo – almeno deve permettere a chiunque di essere esclusi dal sistema.


Per quanto riguarda la verifica dell'età dei minori, oltre all'immediata implementazione di un sistema di richiesta dell'età ai fini della registrazione al servizio, l'Autorità ha ordinato a OpenAI di sottoporle entro il 31 maggio un piano di azione che preveda, al più tardi entro il 30 settembre 2023, un sistema di age verification, in grado di escludere l'accesso ai minori di 13 anni non autorizzati dai genitori.


L'informativa dovrà essere facilmente accessibile e collocata in una posizione che ne consenta la lettura prima di procedere all'eventuale registrazione al servizio. Per gli utenti che si collegano dall'Italia, l'informativa dovrà essere presentata prima del completamento della registrazione e, sempre prima del completamento della registrazione, dovrà essere loro richiesto di dichiarare di essere maggiorenni.
Agli utenti già registrati, l'informativa dovrà essere presentata al momento del primo accesso successivo alla riattivazione del servizio e, nella stessa occasione, dovrà essere loro richiesto di superare un age gate che escluda, sulla base dell'età dichiarata, gli utenti minorenni.


C'è poi una questione complicata, forse la più spinosa per molti giuristi. Quello della base giuridica del trattamento dei dati personali usati per l'addestramento degli algoritmi. Sappiamo che ChatGpt nasce con lo scraping massivo di dati presi da internet, senza consenso degli interessati. Negli Stati Uniti si può fare; in Europa non è così facile, di qui l'intervento del Garante

.Il Garante privacy ha ordinato a OpenAI di eliminare ogni riferimento all'esecuzione di un contratto e di indicare, invece, in base al principio di accountability, il consenso o il legittimo interesse quale presupposto per utilizzare tali dati, fermo restando l'esercizio dei propri poteri di verifica e accertamento successivi a tale scelta.

Da quanto emerge leggendo la policy della privacy appena pubblicata hanno scelto la base giuridica del legittimo interesse per funzionare.

Fino a verifica del Garante sulla validità di questa base. L’alternativa ossia richiedere il consenso agli utenti per l’utilizzo dei dati personali usati durante l’allenamento dell‘algoritmo era chiaramente impossibile.

Nei giorni scorsi, anche le autorità privacy tedesche si sono mosse chiedendo a OpenAI di dare informazioni circa il rispetto delle norme privacy ed è nata una task force dei garanti privacy europei.

Quello che succede in Italia, con ChatGpt, si appresta a fare scuola in Europa e forse non solo in Europa.







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